Salta al contenuto principale Vai al contenuto del piè di pagina

Quando la pena di morte morì

Dettagli

Descrizione breve
Presso la Sala polivalente dell'edificio scolastico di Londa
Data:

26 Novembre 2015

Tempo di lettura:

2 minuti

Image
Descrizione immagine non disponibile
Descrizione immagine non disponibile

Descrizione

Presso la Sala polivalente dell'edificio scolastico di Londa
 

In questi 15 anni dalla sua istituzione, la nostra Amministrazione si è impegnata per far sì che la Festa della Toscana fosse un giorno riconoscibile rispetto agli altri. Alcuni anni abbiamo messo in cantiere iniziative con il contributo del Consiglio Regionale, altri anni no, perché il cofinanziamento richiesto al Comune ha rappresentato un ostacolo insuperabile. Tuttavia, su questo giorno abbiamo richiamato ogni anno l’attenzione dei cittadini e dei ragazzi delle scuole con una lettera e illuminando l'orologio del Palazzo

Comunale, cercando di dare al 30 novembre un contenuto più profondo della semplice celebrazione.

Non solo abbiamo riportato alla memoria le origini della Festa della Toscana, il sovrano illuminato che, primo al mondo, mette in pratica i pensieri di Cesare Beccaria e abolisce la pena capitale, ma abbiamo ogni volta riaffermato gli obiettivi per cui è nata, facendoli nostri, sensibilizzando la cittadinanza su come la pena di morte sopravviva in troppi Stati diversi per sviluppo e grado di democrazia, riflettendo su come sia possibile che questa pratica possa ancora esistere in uno Stato di diritto che si professa rispettoso dei diritti umani, mettendo in risalto che la pena di morte è stata ed è lo strumento dei regimi contro gli oppositori. Questi valori, che si sono radicati per primi nella nostra Regione, vogliamo che siano sempre un monito contro il dilagare del pensiero che vorrebbe la reintroduzione della pena di morte per alcuni crimini. La Festa della Toscana è stata anche l’impegno: a riconoscere i nuovicondannati a morte a causa della guerra, del terrorismo o semplicemente della disperazione; a comprendere il bisogno di integrazione, di giustizia e di pace tra i popoli e le religioni; a prendere atto del dovere morale che noi popoli più fortunati abbiamo nei confronti dei più deboli. Nelle nostre iniziative abbiamo valorizzato la creatività del territorio, i nostri scultori, i nostri poeti, i nostri musicisti, i nostri pittori. L’arte in tutte le sue forme che si contrappone alla barbarie; la bellezza che vince su quanto di più efferato può fare l’uomo al suo simile.

 

Il Sindaco

Aleandro Murras
 

Ultimo aggiornamento:

30/11/2015, 12:52