in occasione della festività di Sant’Elena, l’artista dedica Romito di Sant’Elena, un’imponente scultura in cotto dell’Impruneta
Martedì 18 Agosto. Carmelo Cutuli inaugura Arte in Loco
di Valentina Filice
Con “Arte in loco” la Rete per la Cultura Contemporanea nel Levante Fiorentino, che coinvolge l’Unione dei Comuni Valdarno Valdisieve presieduta dal Comune di Pontassieve, giunge al compimento del suo decimo progetto. Dopo il successo di “Agorà”, “Identità in mutamento” e “River Art” si riconferma la partecipazione degli artisti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze che, sotto la guida del Professore Adriano Bimbi, tornano alla scoperta del territorio, questa volta seguendo i sentieri dei boschi, in cerca di storie e antiche tradizioni da sottrarre all’oblio, rileggere e interpretare alla luce del tempo presente. Quest’anno, a inaugurare gli interventi diffusi in tutta la zona toccherà allo scultore Carmelo Cutuli il 18 agosto alle ore 11:00 in località Rincine presso Londa, alla presenza dei delegati dell’Amministrazione comunale, del Direttore Artistico Adriano Bimbi, di Filippo Marranci, esperto di cultura e tradizioni popolari, e del parroco Don Carlo Bazzi, che celebrerà la messa in occasione della festività di Sant’Elena. Proprio alla Santa, infatti, l’artista dedica Romito di Sant’Elena, un’imponente scultura in cotto dell’Impruneta collocata in prossimità della sacra grotta dove, secondo la devozione popolare, la madre di Costantino avrebbe trovato riparo durante le sue peregrinazioni. Oltre a manifestare l’ampio respiro culturale dell’artista, che dall’arte etrusca traccia un coerente percorso fino ad Arturo Martini e Giacomo Manzù, la scultura è il risultato di un’attenta riflessione critica e di una ricerca antropologica condotta sul campo attraverso la raccolta di fonti scritte e orali. Un lavoro che, in controtendenza con la più recente temperie culturale, ha presupposto la contestualizzazione ambientale e il dialogo con gli abitanti che ogni anno qui si riuniscono intorno a un rituale al contempo religioso e secolare. In linea con il programma generale approvato dai comuni, l’intervento propone l’opera d’arte come mezzo di riqualificazione degli spazi, trasmissione della memoria e riappropriazione dell’identità territoriale per i cittadini, interpellati come mecenati e committenti dell’opera, nell’ottica di una partecipazione attiva e diretta alla vita democratica della comunità.