Una serie di decisioni prese dal Governo che penalizzano fortemente i piccoli comuni e che il consiglio di Londa chiede di cancellare, con un ordine del giorno proposto della Giunta ed approvato all’unanimità. Sono nove i punti su cui si focalizza il documento approvato dal consiglio londese e sottoposto all’attenzione della Giunta Regionale Toscana e del Governo Nazionale. Alla Regione il Comune chiede di farsi promotrice in sede di Conferenza Stato Regioni di interventi correttivi alle misure contenute nella Spendig Review, per ottenere maggiore equità. Oltre a questo, che venga comunque assicurato un impegno per evitare un ulteriori indebolimento delle dotazioni di servizi presenti nelle aree deboli, insulari e montane e che venga sollecitata la costituzione di appropriate sedi di confronto, nelle quali i diversi soggetti che concorrono alla gestione possano coordinare i processi di razionalizzazione dei servizi.
Al Governo il Comune di Londa chiede invece di predisporre veri provvedimenti di “Revisione della Spesa” e non dei semplici “tagli lineari” mascherati, che penalizzano gli enti locali virtuosi, marginali e montani come Londa che da tempo ormai hanno razionalizzato tutte le spese e che, adesso, sono costretti a tagliare opere o servizi necessari ai cittadini, oppure aumentare Imu, Irpef, Tariffe, ecc.
Il quinto punto dell’odg è relativo al patto di stabilità, che grazie alla legge 183/2011, dal 2013 sarà applicato anche ai comuni tra i 1000 e i 5000 abitanti. Il comune di Londa chiede che al Governo di fare marcia indietro su questa decisione e che sia completamente rivista anche per i comuni sopra i 5000 abitanti, per consentire alle amministrazioni che hanno i finanziamenti necessari di poter realizzare le opere utili ai cittadini. L’amministrazione londese chiede che, eventualmente, siano tolte dal patto di stabilità le spese necessarie alla messa in sicurezza e agli adeguamenti antisismici degli edifici scolastici. Al sesto punto il Comune chiede che sia tolto il vincolo “incostituzionale” del non superamento del 50% delle spese per il personale a tempo determinato, onde permettere ai comuni di garantire i servizi per i cittadini. Vi è poi il problema, che dal 2013 i comuni sotto i 5000 abitanti, si vedranno costretti ad associare con altri comuni tutte le funzioni e servizi, togliendo di fatto ai comuni stessi l’autonomia di gestione. Anche in questo caso il comune di Londa chiede che venga concesso più tempo, flessibilità e i necessari incentivi per ottimizzare e associare i servizi senza penalizzare i cittadini. Le ultime due richieste del consiglio sono quelle di non ridurre il numero di assessori (da 4 a 2) e consiglieri (da 12 a 6), per prima cosa per rimarcare la loro importanza come elementi portanti della democrazia, anche perché i costi di queste figure sono veramente esigui (circa 100 € lordi all’anno). Per il consiglio di Londa non è così che si eliminano gli sprechi della “casta”, così si indebolisce la rappresentanza democratica dei cittadini, che volontariamente si mettono al servizio del loro Comune. Infine il Consiglio richiede che sia restituito ai comuni il 100% dell’IMU delle seconde case e degli altri immobili, per non dover ridurre i servizi e non dover aumentare sostanzialmente le aliquote ai cittadini.